martedì 31 marzo 2009

Nucleare: sogno o incubo?

Precisazione: l'articolo l'ho scritto il 6 giugno 2008
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Le recenti dichiarazioni del governo in ambito energetico hanno riaperto un dibattito che in Italia era stato abbandonato da tempo: "Nucleare si, o nucleare no?".
Proviamo a capire quali sono le iniziative del governo:
Scajola afferma che entro 5 anni verranno poste le prime pietre per la costruzione delle centrali nucleari (così dicendo si riferisce solo alla progettazione su carta!)[1], e propone agevolazioni nelle bollette dei cittadini residenti nelle vicinanze di una centrale nucleare [2], mentre se non sbaglio con il referendum del 1987 si era stabilito di togliere i compensi ai comuni ospitanti le centrali nucleari, e quindi a mio avviso questa affermazione del Ministro dello Sviluppo Economico va in contrasto con quanto già stabilito dai cittadini.

Fatta questa anticipazione, vorrei provare ad affrontare la tematica in senso generale cercando di capire se la produzione di energia tramite fissione nucleare è conveniente dal punto di vista economico.
A favore del nucleare si è schierato Umberto Veronesi, affermando che devono essere costruite centrali nucleari al più presto soprattutto per non dover dipendere esclusivamente dal petrolio.
Lo scienziato porta a sostegno della propria affermazione le sue ricerche in ambito oncologico sostenendo che ormai è risaputo che la combustione degli idrocarburi provoca cancro e altre malattie, per questo si dimostra favorevole all'introduzione in Italia della tecnologia nucleare, proponendo la costruzione di 10 centrali nucleari.
Va comunque ricordato che gli studi del professor Veronesi sono finanziati da ditte, quali l'Enel, che sono strettamente interessate alla costruzione delle centrali nucleari! [3]
Molti altri si sono schierati a favore del nucleare per una questione economica e per far fronte al crescente aumento del prezzo del petrolio.
Fortemente contrario al nucleare invece si è dimostrato il premio nobel (per la Fisica) Carlo Rubbia, il quale rilancia le energie rinnovabili[4].

Ma proviamo a dare uno sguardo in Europa: attualmente in nessun paese europeo sono in costruzioni centrali nucleari (ad esclusione della Francia), e molti stati stanno iniziando un processo di abbandono del nucleare, ad esempio in Inghilterra sono stati cancellati i piani di costruzione di due reattori, in Svezia il parlamento ha decretato la fuoriuscita dal nucleare, in Belgio è stato reso impossibile la costruzione di nuove centrali e in Germania la situazione è ferma in quanto è stato impossibile trovare un accordo per costruire nuovi reattori.[5]
Gli Stati Uniti non costruiscono Centrali Nucleari da più di 23 anni e in Canada sono stati annullati i piani di costruzione di 10 centrali previste per il 2014.

Come mai questi passi indietro? Semplicissimo l'uranio utilizzato all'interno delle centrali (uranio 235) è in esaurimento e i costi di questo materiale sono aumentati drasticamente, inoltre non si è in grado di stimare ancora quanto alti possano essere i costi di smaltimento delle scorie radioattive.
A riguardo è stata fatta un'inchiesta molto interessante sui costi e sulle situazioni delle scorie radioattive presenti in Italia. Queste scorie sono in gran parte dovute alle centrali nucleari attive o in costruzione prima del 1987, e la loro quantità ammonta a 25.000 metri cubi, ai quali va aggiunta la messa a norma di 24 impianti costruiti.
Come spiega in maniera molto approfondita Primo Di Nicola[6], attualmente sono stati spesi più di 8 miliardi di euro e molti ancora dovranno essere spesi (si stima serviranno ancora altri 4300 milioni di euro). Il vero problema è che ci sono scorie nucleari che possono essere bonificate e rese innocue in decine di anni mentre altre richiedono centinaia di migliaia di anni, e certamente comportano un costo permanente quantomeno per il controllo di queste. Inoltre i costi maggiori di una centrale nucleare non riguardano la sua attivazione, quanto il suo spegnimento. Tutto ciò rende l'energia nucleare economicamente sconveniente per l'Italia anche perchè i tempi di costruzione di una centrale nucleare si aggirano far i 10 e i 15 anni (in un paese tecnologicamente avanzato)[7] e i tempi di ammortizzamento delle spese di costruzione sono superiori ai 40 anni dall'attivazione di una centrale, nel frattempo l'uranio235 potrebbe essere stato esaurito o il suo prezzo potrebbe essere salito vertiginosamente; tutto questo per produrre una quota energetica molto bassa (c'è chi dice 5%, chi dice 7%, ma di sicuro inferiore al 10%).

C'è da chiedersi per quale ragione molti politici sostengono che il nucleare va fatto e subito. Il motivo è sempre lo stesso: far ingrassare potenti aziende private (vedi Enel e molte altre) a spese dei cittadini, in quanto queste aziende, una volta vinta la gara d'appalto, intascheranno i cospicui contributi statali per la costruzione delle centrali anche nel caso in cui il progetto venga annullato.

Certo, bisogna ammettere che un'emergenza energetica c'è e va risolta, e per farlo è sufficiente sistemare gli impianti già esistenti, basta pensare che due terzi dell'energia prodotta dalle centrali elettriche viene persa (per vari motivi come il trasporto su cavo).
Un'altra misura notevole potrebbe essere quella di incentivare l'acquisto di elettrodomestici di classe A (così facendo dimezzeremo i consumi civili di energia), e contemporaneamente finanziare la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie capaci di produrre energia dalle fonti rinnovabili.
Cercando su wikipedia[8] alla parola "impianto fotovoltaico" si trova già una risposta all'esigenza di energia elettrica in Italia:

Secondo alcuni studi (effettuati nel 2004), per coprire il consumo energetico elettrico italiano sarebbero necessari 1.861 km² (supponendo 1500 ore di insolazione all'anno che generi la potenza di picco e 8 m² per Kwp).
La superficie totale italiana è pari a 301.171 km², quindi servirebbe coprire lo 0,6% della superficie italiana per fare fronte al consumo elettrico nazionale. Considerando una superficie agricola utile di 13 milioni di ettari, si dovrebbe quindi coprire con campi fotovoltaici una superficie pari all'1,4% dei terreni agricoli.

Basterebbe quindi cercare di sfruttare al meglio le energie rinnovabili come il fotovoltaico e il geotermico (si stanno facendo importanti passi avanti a riguardo), oltre che promuovere una cultura di risparmio energetico fra la popolazione, perchè il modo migliore per risolvere la problematica energetica non è quella di costruire sempre più centrali ma di ridurre sempre più i consumi!


PS Per chiarimenti sulla convenienza o meno delle centrali nucleari consiglio di leggere le seguenti FAQ:
http://federicopistono.altervista.org/blog/centrali-nucleari-italia-faq-realta-o-follia%3F



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